NATALE IN CASA CUPIELLO

PROSA - 24 NOVEMBRE 2024 - TEATRO TALIA

09

Ottobre

di Eduardo De Filippo


da un’idea di Vincenzo Ambrosino e Luca Saccoia


Regia di Lello Serao


con Luca Saccoia


Spazio scenico, maschere e pupazzi: Tiziano Fario


Manovratori: Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Simone Di Meglio, Angela Dionisia Severino, Irene Vecchia


Luci: Luigi Biondi e Giuseppe di Lorenzo


Costumi: Federica del Gaudio


Musiche originali: Luca Toller


Scene: Ivan Gordiano Borrelli


Assistente alla regia: Emanuele Sacchetti


Produzione: Teatri Associati di Napoli/Teatro Area Nord e Interno 5 con il sostegno di Fondazione Eduardo De Filippo e Teatro Augusteo

QUANDO

Domenica 24 NOVEMBRE 2024 - ore 18:00

DOVE

TEATRO TALIA - TAGLIACOZZO

Spettacolo per attore cum figuris

Una messinscena non convenzionale che vede un unico attore interagire con sette pupazzi. Lo spettacolo, fedele al testo di Eduardo, evoca le vicende della famiglia Cupiello, aprendo uno squarcio dentro l’immaginario e la memoria di ogni spettatore. Un sogno che prende vita attraverso il teatro di figura nel quale l’attore Luca Saccoia s’immerge riemergendone come “Tommasino” che, dopo aver detto il fatidico “sì” a suo padre, rivive e fa rivivere quel “Natale” che ci accompagna da 90 anni. Eccolo, allora, farsi interprete a suo modo di una tradizione, testimone di un rito e di una rievocazione di fatti e accadimenti familiari comici e tragici che hanno segnato la sua vita e quella di quanti alla rappresentazione prendono parte.

«Per farlo e rendere ripetibile il rito, si serve di pupazzi, di figure che si rianimano e che continuano a riaffacciarsi ogni anno come il presepe e i suoi pastori.  “Il presepe – così in una nota del regista – è l’orizzonte in cui si muove tutta l’opera, sia in senso reale che metaforico. È l’elemento necessario a Luca Cupiello per sperare in un’umanità rinnovata e senza conflitti, ma anche la rappresentazione della nascita e della morte. È il tempo del passaggio dal vecchio al nuovo, la miscela tra passato e presente, un’iconografia consolidata e, al tempo stesso, da destrutturare di continuo. Il presepe si rinnova ogni anno, è ciclico come le stagioni, può piacere o non piacere”.» Lello Serao